Milioni di utenti Internet e di fruitori di app e programmi software utilizzano ogni giorno il lavoro svolto da figure professionali che operano “dietro le quinte” delle interfacce.
Figure che qualcuno definisce, a ragione, il cuore pulsante dell’industria tecnologica e che rappresentano una delle scommesse ancora da vincere per il sistema Italia, visto e considerata la cronica difficoltà di reperire, da parte delle nostre aziende, profili in grado di occupare ruoli in ambito informatico.
Dati alla mano, la domanda per i soli sviluppatori Web supera nel nostro Paese le 100mila unità mentre una recente indagine di Unioncamere certifica come le competenze digitali siano richieste per sette nuovi assunti su dieci e come arrivino a quota 1,6 milioni le posizioni lavorative alle quali è richiesta la capacità di gestire soluzioni innovative (dalla robotica ai Big Data Analytics per arrivare all’Internet delle cose e alle tecnologie per l’Industria 4.0).
Un’organizzazione diventa “competitiva” quando è in grado di garantire ai suoi dipendenti strumenti di lavoro e tecnologie all’avanguardia
Peccato che quasi il 30% delle figure professionali richieste, e parliamo di circa 940mila posizioni, sia per l’’appunto difficile da trovare per inadeguatezza o ridotto numero di candidati.
L’accelerazione del processo di trasformazione digitale indotto dalla pandemia non ha modificato lo scenario, soprattutto all’interno del sistema produttivo: il mercato del lavoro non risponde ancora in maniera sufficiente, insomma, per quanto sembra esserci piena consapevolezza del fatto che le skill digitali sono una componente strategica per lo sviluppo di qualsiasi azienda e delle piccole e medie imprese in modo particolare.
Se la mancanza di profili con le necessarie competenze (tecnologiche) è un problema noto, probabilmente meno dibattute sono le consuetudini alla base dei rapporti fra queste figure e le aziende.
Secondo un sondaggio condotto dalla piattaforma Codemotion sui 160mila membri della propria community internazionale di sviluppatori ed esperti tech, oltre l’80% dei professionisti informatici non è alla ricerca di nuove posizioni professionali nonostante la forte richiesta proveniente dal mercato e il 60% non sta cercando attivamente lavoro pur dichiarandosi aperto a nuove opportunità.
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