«Paradossalmente è l’asset per il quale finora non si era pensato a un piano di protezione e sviluppo. Quasi fosse scontato che l’Italia si auto-alimentasse di quelle trovate brillanti che ci permettono da sempre di eccellere e primeggiare sui mercati mondiali rispetto a competitors ben più muscolari»: l’asset in questione a cui allude Salvatore Majorana, direttore di Kilometro Rosso, uno dei parchi scientifici più attivi d’Italia, promotore del fondo d’investimento Eureka! (non a caso, è nipote del celebre fisico Ettore Majorana), è l’inventiva. Una scossa potrebbe finalmente arrivare dall’avvio di Enea Tech, progetto che, con i suoi 500 milioni di euro, favorirà proprio il trasferimento tecnologico ( TT). Dopo decenni di deserto, durante i quali abbiamo assistito agli investimenti con cui francesi, spagnoli, inglesi e tedeschi riversavano risorse nella ricerca scientifica, così da liberarne le potenzialità nel sistema industriale.
Majorana anni fa portò il TT al prestigioso IIT di Genova ed è attualmente expert reviewer dell’Erc (European research council) e dell’Eit (European institute of innovation & technology) per i finanziamenti a progetti d’impresa ad alto contenuto tecnologico. «La somma stanziata dal Mise – commenta – è all’incirca pari agli investimenti effettuati dall’intero comparto del venture capital nel 2018. Senza dimenticare il nuovo impegno di Cdp nel venture capital che, con varie modalità, conta su una potenza di fuoco da 1 miliardo di euro».
Il direttore di Kilometro Rosso, uno dei parchi scientifici più attivi d’Italia: il trasferimento tecnologico darà una scossa al Paese. Più delle risorse conta il capitale umano
Trattasi, pur sempre, di somme spalmate su più anni. E che quando una nazione simile alla nostra, come la Francia, iniziò lo stesso percorso, le cifre degli stanziamenti erano sei volte superiori.
Sì, ma che l’Italia abbia inserito nell’agenda di politica economica il trasferimento tecnologico e stanziato dei fondi per farlo, è un cambio di passo storico. Inoltre, la velocità con cui si raggiungono risultati scientifici deve confrontarsi con la capacità del sistema industriale di recepirli, e solo conoscendo i due mondi si vendono i percorsi che li uniscono.
A proposito di percorsi paralleli, da poco è anche venture capitalist del nuovo fondo Eureka.
Coltivavo da un po’ questo sogno nel cassetto: un sogno maturato quando ho trovato il team giusto. Siamo operativi solo da luglio e, nonostante gli ostacoli di questi ultimi mesi, corriamo già spediti. È una bellissima avventura, sempre sul TT, che mi sta confermando, ancora una volta, che i progetti importanti si condividono scegliendo i compagni di viaggio, le persone: investimenti, risultati, tecnologie vengono di conseguenza.
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